L'esperienza del laboratorio di Arte al centro estivo - Intervista a Fargo » Pozzo di Giacobbe Onlus

L’esperienza del laboratorio di Arte al centro estivo – Intervista a Fargo

Facciamo un piccolo salto indietro nel tempo e torniamo a parlare per un attimo del centro estivo di quest’anno. Una delle attività sperimentate dai ragazzi, una delle più stimolanti e creative, è stato il laboratorio di Arte e Wall painting guidato dall’artista Fargo.

Abbiamo già incontrato Fargo durante lo scorso anno scolastico in occasione delle attività svolte alla scuola media “Dante Alighieri” nell’ambito del progetto HERO; è lui l’artista che ha curato e realizzato insieme agli studenti l’opera di riqualificazione estetica “La selva di Dante” (vi ricordate? ne abbiamo parlato qui).

Questa volta Fargo ha portato la sua cifra artistica al centro estivo del progetto WelComE, dove ogni partecipante è stato coinvolto sia nel processo creativo che realizzativo di due opere di wall painting, realizzate presso la sede della nostra associazione e presso la scuola media “Dante Alighieri” di Quarrata. Ora che le due opere sono concluse, abbiamo fatto qualche domanda all’artista su questa esperienza di laboratorio così particolare per un centro estivo.

 

In cosa consiste questo laboratorio? Qual è il lavoro che avete fatto?

Il workshop è stato ideato come percorso partecipativo per la realizzazione di un’opera d’arte sulle pareti esterne presso la sede dell’associazione Pozzo di Giacobbe e su una parete della palestra della scuola media “Dante Alighieri” di Quarrata.

Il laboratorio di arte è una novità per il nostro centro estivo, i ragazzi non ne avevano mai fatto esperienza. Come si sono comportati?

I ragazzi e le ragazze hanno partecipato con grande entusiasmo, perché dipingere delle pareti con un artista è stata un’esperienza nuova e divertente per loro.

Parlaci dell’idea concettuale dell’opera che hai realizzato insieme ai ragazzi.

Il percorso è incentrato sulla teoria dei colori, intesa come metafora dei rapporti fra uomini e fra uomo e natura. I colori in pittura si modificano e contaminano tra loro creando delle relazioni, proprio come succede in natura. Le pareti dipinte accolgono numerose forme colorate, rappresentano un abbraccio/incontro fra tutti coloro che le hanno dipinte. I partecipanti al workshop sono entrati in relazione attraverso la pittura, creando con me i colori anche in base a quelli che erano stati creati precedentemente. A conclusione del percorso ho chiuso l’opera con degli inserti che rappresentano forme organiche naturali, segni archetipi della natura. 

 

Con i progetti di contrasto alla povertà educativa che stiamo portando avanti, il nostro intento è offrire a bambini e ragazzi occasioni concrete di interazione con mondi sconosciuti, opportunità di sperimentare e contaminarsi con qualcosa che altrimenti farebbero fatica a scoprire per diversi motivi. Che rapporto c’è secondo te tra arte e inclusione?

La relazione è alla base della mia pratica artistica, cerco sempre di creare percorsi partecipativi per favorire l’inclusione. Nei miei lavori tutti possono partecipare ed esprimersi secondo le loro capacità. Ovviamente all’inizio del laboratorio cerco di dare preziose indicazioni su come utilizzare gli strumenti e il colore, tuttavia emerge chiaramente che sono intervenute decine di mani diverse. In questa opera, ad esempio, ci sono moltissime parti che non ho ritoccato o parti che ho ritoccato leggermente. Si tratta di un ulteriore livello del mio lavoro: la pittura diventa uno specchio della relazione, racconta il processo attraverso i segni. Il linguaggio pittorico, al momento, è il medium più potente che ho sperimentato nel rapporto con i bambini. Per questo motivo prediligo la realizzazione di lavori su pareti grandi, perché consentono la partecipazione di tanti bambini. La pittura non è un linguaggio verbale e la pittura su parete non scoraggia i bambini, soprattutto quelli più fragili. Anzi, nella mia esperienza ho avuto modo di appurare che il wall painting funziona moltissimo con chi ha difficoltà cognitive o psicomotorie. Anche in questo progetto ho avuto modo di averne riprova e probabilmente è stata la mia più grande soddisfazione. 

Quanto è importante oggi secondo te l’educazione artistica dei più giovani? Si fa abbastanza per promuoverla nelle scuole e fuori?

L’arte aiuta a comprendere il mondo e porta sempre un punto di vista diverso sulle cose, ha la capacità di stimolare un approccio critico verso l’esistenza. E’ una domanda molto difficile questa. In generale credo che ci sia bisogno di equilibrare bene l’insegnamento della storia dell’arte e le esperienze attive, capire cos’è la pratica artistica. Non so se si fa abbastanza nell’ambito dell’educazione artistica, io cerco di lavorare nell’ambito delle esperienze dirette e della partecipazione. Ho una speranza: se un bambino ha l’opportunità di fare una bella esperienza artistica, magari si appassiona all’arte.  

Cosa ti è piaciuto di più di questa esperienza?

Aver trovato un team di educatori che crede nel mio lavoro. 

 

Ringraziamo molto Fargo per la sua disponibilità e per la passione che ha messo nella realizzazione di questo laboratorio così speciale e profondo. Siamo sicuri che i ragazzi e le ragazze del centro estivo hanno apprezzato moltissimo, e chissà che non sia scattata la scintilla dell’arte dentro qualcuno di loro! 

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